adrianalibretti

Poesie, prose, foto e dipinti

Archivi per il mese di “novembre, 2015”

Cinciallegra

Da qualche giorno

riempio la mangiatoia

e tu lo apprezzi.

Semi uva passa sogni

conditi e cotti

al vapore del gelo.

Credi se dico

che sono la più allegra

di noi due nel vederti.

Sei brava cincia

nel rubarmi lo sguardo

e illuminarlo.

Cinciallegra

 

 

 

21 novembre

VICINO ALL’ACQUA
TROVO QUELLO CHE CERCO
AD OCCHI CHIUSI.

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la ferita all’ideale dell’Io. Su Parigi.

In questa riflessione mi ritrovo e la condivido.

Sorgente: la ferita all’ideale dell’Io. Su Parigi.

Vorrei che fosse vero

brano tratto da La guerra delle campane (Favole al telefono, di Gianni Rodari)

C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra.

(…)

Il nostro comandante, lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone, ordinò di tirar giù tutte le campane dai campanili e di fonderle tutte insieme per fabbricare un grossissimo cannone: uno solo, ma grosso abbastanza da vincere tutta la guerra con un sol colpo.

(…)

Ecco il gran momento. Il cannonissimo era puntato sui nemici.

(…)

Foto A.L.

Foto A.L.

Lo stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordinò: – Fuoco!

Un artigliere premette un pulsante. E d’improvviso, da un capo all’altro del fronte, si udì un gigantesco scampanio: Din, Don, Dan!

Fuori città

Un po’ lo stesso clima che ho attraversato ieri, sul lago, la ritrovo nell’incipit del racconto di Calvino riportato qui sotto. Ieri era caldo, certo, anzi caldissimo. Eh già, questo è un autunno davvero anomalo, come si sente dire in giro ultimamente, specie dopo un’intera settimana di sole. Eppure la trasparenza dell’acqua non apparteneva all’estate. I colori, le luci, erano di novembre. Un sentore di legna muschiata si mescolava alle parole, all’odore dei sassi bagnati, alle sfumature delle foglie. A sera, quando mi sono coricata, ho cercato di trattenere nel buio le immagini della giornata, ho fatto di tutto per portarle con me nel sonno, respirando nella scia delle ore che se n’erano appena andate.

Non gela, da noi, di solito: soltanto alla mattina i cespi d’insalata si svegliano intirizziti, un po’ lividi, e la terra fa una crosta grigia, quasi lunare, che risponde sorda alla zappa. Al piede degli alberi, a dicembre, la terra comincia a pigmentarsi di foglioline gialle che a poco a poco la coprono come una trapunta leggera. L’inverno è più trasparenza d’aria che freddo; e in quell’aria sui rami scheletriti s’accendono centinaia di lampadine rosse: i cachi. (Italo Calvino, “Alba sui rami nudi”, dalla raccolta “Ultimo viene il corvo”)

Nell'orto (foto di A.L.)

Nell’orto (foto di A.L.)

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